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Ti hanno preso. Un breve messaggio WhatsApp inviatogli da un'amica del corso di danza, tre parole che bastano a proiettare il giovane Denis Bandura in paradiso. La sua ammissione al corso 11-18 riservato a ballerini dagli undici ai diciotto anni dell'Accademia di Danza del Teatro alla Scala è un risultato importante. Figlio di un ucraino e un'italiana, da qualche anno vive a Milano e ha appena iniziato a frequentare il prestigioso Liceo Classico Cesare Beccaria, uno degli istituti scolastici più antichi d'Italia. Denis è un quattordicenne gentile, accondiscendente e gioviale, in ottimi rapporti con i coetanei, sia maschi che femmine. Tutto sembra procedere nel migliore dei modi per il futuro Nureyev. Roberto, Mirko e Nicola sono tre adolescenti di buona famiglia, infatuati di ideali di estrema destra, il primo ha i toni e gli atteggiamenti tipici del maschio Alfa. Cosa li spinge a fare di Denis il bersaglio di un atto consapevole di bullismo? Il ragazzino appare colpevole di essere troppo educato, di essere un ballerino, sinonimo per i suoi aggressori di diverso. I tre progettano di attirarlo in bagno e di postare l'aggressione in diretta social. Ma Denis, durante la colluttazione, batte la testa su uno spigolo e viene ricoverato d'urgenza in ospedale. Informato dal commissario Lojacono che i responsabili sono minorenni, e che potrebbero cavarsela con una espulsione, una ammenda pecuniaria e poco altro, il padre di Denis decide di prendere su di sé l'onore di punire gli aggressori del figlio.